Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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L'arte è contemporanea. Ovvero l'arte di vedere l'arte

266677
Sgarbi, Vittorio 50 occorrenze
  • 2012
  • Grandi Passaggi Bompiani
  • Milano
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Un altro luogo a Parma ci ha condotto in questa dimensione surreale e onirica, l’enorme grotta di culatelli di Spigaroli. Poche cose sono più

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Continuando lungo l’Italia vi sono state altre sedi che, per se stesse, erano padiglioni o luoghi deputati della Biennale. Mi riferisco in

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Stefano di Sessanio. Nel corso di dieci anni, dal 2000 circa, ho visto questo paese abbandonato Gaetano Pesce, L'Italia in croce, 2010-11. risorgere

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L'arte contemporanea è l’arte contemporanea per tutti, e la mia interpretazione dell’arte contemporanea è molto semplice: dipende dai miei limiti

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apprezzato artista. Questo è l’aspetto centrale: il problema non è quando il mercato “fa” l’artista, il problema è quando “tenta di fare” l’artista senza

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Achille Funi, di cui era amica, si fa per dire. E, insomma, si dicevano delle cose opposte sul fascismo a Ferrara. Ed è finita che si gridavano l’un

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critici d’arte militanti, ovvero critici specializzati nell’arte contemporanea. Certo, anche da noi c’è la tendenza a separare l’arte contemporanea da

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autentica novità dell’arte contemporanea. Certo, ci sono alcuni artisti tedeschi e americani che producono opere importanti, ma non c’è più l’evento

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fronte al dipinto, un’equivalenza letteraria di quello che aveva davanti. Entrambi, Testori e Arcangeli, in gara l’un con l’altro: appassionati della vita

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Arcangeli ci spiegò quelle opere rivelandoci il loro rapporto profondo con l’arte romanico-padana, attraverso un paragone impressionante fra il primo

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Al di là dei rimandi di Arcangeli, l’opera d’arte si fa riconoscere per quello che è così come la bellezza. L’opera d’arte ha una sua identità, una

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quella che ha dominato la Sicilia per tanti anni, che si afferma impedendo agli altri l’accesso alla visibilità e addirittura anche la mera

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fosse un’opera d’arte. E alla domanda di Sordi (“Ma cosa c’entra questo con l’arte?”), il funzionario risponde: Fotogramma da Le vacanze intelligenti

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incapacità di distinguere l’arte dalla realtà quanto l’incapacità di quell’arte, ossia dell’arte esposta in quelle Biennali, di farsi percepire come arte

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Conviene ribadire due concetti fondamentali e apparentemente contraddittori: 1) tutta l’arte è arte contemporanea; 2) contemporaneo è un dato non

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era nel dopoguerra, si era battuto il fascismo; Guttuso, amico di Longhi, era l’erede contemporaneo di Caravaggio. Caravaggio era in qualche Caravaggio

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L’artista è per prima cosa un individuo. Un individuo è un nome, e anche in tempi di democrazia sempre incompiuta, ma certo più ampia e sicura che in

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che l’arte deve coincidere con la vita. L’arte non è la rappresentazione di un’emozione anche assolutamente semplice, pura, diretta cioè quel passo

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esprimersi, ed esprimere significa già etimologicamente portare fuori, spinger fuori, portare alla luce qualcosa. Dove la luce è l’attenzione degli altri, la

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Se c’è un quadro che non è una natura morta decorativa, gradevole, da salotto, questo è I girasoli: astri ossessionanti che, con l’apparenza di fiori

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l’artista più costoso, e il fatto che un suo dipinto costi ottanta, novanta, cento milioni di dollari sta a confermare l’aspirazione dell’arte a

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Nella rottura che, dall’impressionismo in poi, l’arte moderna consuma con la civiltà classica, al posto del committente, del principe, del Papa

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Con l’impressionismo, invece, tale rapporto si interrompe: il dipinto diventa cieco, non ha un destinatario. Il dipinto impressionista non è fatto

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L’opera d’arte contemporanea, dunque, nasce cieca: è un’opera che non sa da chi sarà guardata e che non guarda nessuno. Mentre è impossibile

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cambia il rapporto di mercato fra l’arte antica e l’arte contemporanea, e ne è l’elemento fondamentale di differenza, insieme alla relazione tra

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Questo paradosso è confermato dal fatto che l’artista probabilmente più grande del Novecento, Picasso, sia tanto grande perché altrettanto

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Eravamo intorno al 1965, quindi in tempi ormai remoti, e da allora, nonostante abbia prevalentemente guardato l’arte antica, non ho mai smesso di

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il rapporto con il principio di quantità fondamentale per l’arte contemporanea, trovare una sigla riconoscibile. Qual era questa sigla? L’essere

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Occorre che chi colleziona dipinti di arte Guglielmo Janni, Pesi e trapezi, 1937. contemporanea sappia immediatamente dire: questo è l’autore. E

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, ti è negato l’accesso alla visibilità. Questo procedimento ha determinato un progressivo distacco tra la produzione artistica e i suoi destinatari

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fuori dalle mura non avevano certo maggior titolo degli esclusi. Esclusi innumerevoli, tra l’altro, visto che la produzione artistica del nostro tempo

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L’arte antica, così come l’archeologia o l’arte medievale e moderna, ha bisogno di sovvenzioni statali per essere mantenuta. Viceversa, l’arte

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Tra l’altro, l’interesse per questo tipo di arte è di gran lunga inferiore a quello per i musei tradizionali. Per fare un esempio: solo una minima

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sovvenzionare l’arte contemporanea legata alla mafia del mercato. Ma lo Stato non ha nessun dovere di farlo - anzi, avrebbe il dovere di sottrarsene

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Ogni opera esiste in quanto ha un rapporto con il proprio tempo e con l’uomo che l’ha concepita nel proprio tempo; e, per capirne l’importanza

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L’arte contemporanea, d’altronde, è abbastanza facile da riconoscere proprio perché è un avvenimento del nuovo, ossia un nuovo modo di vedere la

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caratteriale, ciò che unisce le due imprese è l’intenzione caparbia di entrambi gli artisti di far vivere le loro opere, di sentirle presenti e reali, di

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. Pensavo al Profeta Abacuc di Donatello, rivolgendosi al quale l’autore, come invasato, avrebbe esclamato: “Favella, favella! Che ti venga il cacasangue

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non c’è bisogno di altro per sentire l’intensità e la verità delle sue opere, caratteristiche così rare negli artisti contemporanei, che si dilettano

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”. Sembra essere questo l’imperativo cui Cattelan obbedisce, nella convinzione che l’opera consista più in ciò che se ne dice che in un’essenza autonoma

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Il salto fra l’estetica tradizionale e l’estetica moderna è un salto dalla ragione all’emozione; è il passaggio da una costruzione con elementi che

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L’arte astratta di cui chiunque conosce qualche esempio ha in una certa epoca caratteristiche precise, e questo permette, vedendo un dipinto di

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Nonostante la resistenza degli artisti e degli scrittori, tuttavia, a un certo punto l’adeguamento alla tecnologia diventa necessario e

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stato l’ultimo grande artista del secolo scorso perché ancora non avevano prevalso le nuove tecniche, così come la Pop art è stata l’ultima vera

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Non so se sia vero quanto diceva Hegel e Argan ribadiva, cioè che l’arte è morta; vero è, comunque, che il suo stato è disperante. E lo è per colpa

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Piero Manzoni, Merda d'artista, 1961. La situazione è disperante perché l’una e l’altra strada - quella astratta e quella neofigurativa -vanno

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L’arte moderna ha dunque la grande forza di rappresentare emozioni, cioè non quello che si vede bensì quello che si sente. E il suo atto d’inizio è

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nella moda, oltre che nel design e nei video, che cogliamo l’unico comune denominatore estetico che ci dia il senso della nostra epoca.

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A Milano ho indicanto l’Hangar Bicocca. Perché l’Hangar Bicocca? Perché in quello spazio industriale riutilizzato, un artista come Anselm Kiefer, nel

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riferimento alla posizione dà anche il senso del rapporto dell’artista con lo spazio in cui e su cui opera: l’artista contemporaneo spesso si è

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